Una delle regole base del Primo Soccorso, qualunque sia l'ambiente in cui viene prestato, è che la sicurezza deve esserci in primo luogo per il soccorritore. Questo vale per tutte le situazioni di emergenza, dalla più lieve alla più critica, ed è tra le prime cose spiegate in tutti i corsi di sicurezza. E visto che anche le assicurazioni sono una questione di sicurezza, seppure di tipo economico, possiamo considerarla una buona norma alla quale fare riferimento per spiegare un rischio che a volte gli enti non profit valutano con leggerezza.
Ogni organizzazione impegnata a svolgere un'opera assistenziale può essere vista come il "soccorritore" che presta servizio a favore di una certa categoria di persone. Da questa organizzazione dipendono le sorti di una comunità più ampia dell'organizzazione stessa, ed è quindi importante che si adottino tutte le misure necessarie affinché il supporto dell'organizzazione non venga mai meno.
In sostanza, il primo compito di un ente con un fine di utilità sociale deve essere quello di preservare se stesso in modo da poter continuare a sostenere i soggetti svantaggiati a cui è rivolto il suo lavoro.
Se lavori con i minori, dal tuo lavoro dipende il benessere dei tuoi utenti. Sarà importante, quindi, poter svolgere le tue mansioni al riparo da rischi che potrebbero compromettere questa possibilità. Quali sono questi rischi? Se parliamo di supporto ai minori e alle loro famiglie, il primo rischio da cui proteggersi è quello di subire richieste di risarcimento danni.
Quando possono chiederti il risarcimento dei danni? In pratica, se qualcuno ritiene di aver subito un danno a causa della tua struttura o della tua attività, è nella sua piena facoltà chiederti un risarcimento. E se la richiesta è giustificata sarai tenuto a risarcire la cifra richiesta (che di solito è, almeno in partenza, molto più alta dell'effettivo danno procurato).
Una richiesta di risarcimento danni potrebbe mettere la tua organizzazione in seria difficoltà, o addirittura comprometterne la sopravvivenza.
Per quanto questo rischio sia comune a tutte le organizzazioni (e non solo: anche alle persone fisiche), le realtà che lavorano con ragazzi e ragazze sono statisticamente più inclini a ricevere questo tipo di richieste. Lavorare con i minori significa soprattutto una cosa: lavorare con l'imprevedibilità. Non tanto perché sono i ragazzi stessi a essere imprevedibili (che lo siano più o meno rispetto ai soggetti adulti è comunque da dimostrare), quanto per una questione di numeri: il rapporto educatori/utenti è di solito molto più basso rispetto a realtà di diversa natura. Questo rende particolarmente difficile tenere sotto stretto controllo i ragazzi e i loro comportamenti (tralasciando i discorsi su quanto un controllo di questo tipo possa essere dannoso per la relazione di fiducia che spesso si instaura con tanto lavoro e fatica).
Inoltre, la fonte primaria delle richieste di risarcimento danni sono proprio i ragazzi. Questo può accadere, ad esempio, se uno di loro si fa male, se subisce danni ai suoi effetti personali o se addirittura, litigando con un altro ragazzo, procura lesioni personali.
Se tutti questi fatti accadono durante le vostre attività, la responsabilità dell'accaduto ricade sulla tua organizzazione. E naturalmente non saranno i ragazzi a fare le richieste danni, ma saranno i loro genitori; saranno loro, infatti, a sostenere le spese delle cure necessarie in caso di infortunio, o la spesa per sostituire i materiali compromessi in caso di danno a cose.
Ovviamente non stiamo demonizzando nessuno: nella quasi totalità dei casi si tratta di famiglie in difficoltà, per le quali una spesa imprevista può voler dire sacrifici anche molto gravosi.
Per proteggersi da tutti questi casi è necessaria una polizza di Responsabilità Civile, che paga al posto del tuo ente questi risarcimenti danni.
Compila il modulo per ricevere un preventivo.
Tel. +39 351 57 36 333
Email:info@assicurazionevolontariato.com
Pec: fitsrlbenefit@legalmail.it