Come tutelarti se fai volontariato all'estero

Come tutelarti se fai volontariato all'estero

 

Non c'è bisogno di essere una ONG internazionale per prestare servizio con la propria associazione al di fuori dell'Italia. Alcune organizzazioni, per esempio, durante l'anno svolgono attività a favore di famiglie straniere residenti in Italia, mentre d'estate programmano campi di volontariato presso i Paesi di quelle stesse famiglie. Si tratta di attività che spesso vengono organizzate in modo estemporaneo e che, quindi, sono sostanzialmente occasionali ma richiedono comunque una discreta mobilitazione di uomini e mezzi che non può essere lasciata al caso.

Oppure, un caso completamente diverso è quello del privato, che autonomamente decide di dedicare una porzione del suo tempo a un'esperienza di volontariato all'estero. Le motivazioni, per questo tipo di decisione, non mancano: non sono rare, infatti, tra gli studenti in fase di orientamento professionale o tra le fasce della popolazione over 48 che hanno una certa indipendenza economica e non vivono più l'esigenza della cura dei figli come l'impegno primario della vita.

Ma possono esistere anche motivazioni diverse e più "banali": di recente, ad esempio, l'educatore di una cooperativa che assicuriamo ha dovuto accompagnare il minore a lui affidato in gita scolastica in Spagna. Quando si parte per viaggi di questo tipo, l'importante è avere un'idea chiara dei possibili scenari, che variano naturalmente a seconda della località. 

Il tema è strettamente connesso a quello delle assicurazioni per qualsiasi tipo di viaggio (anche di piacere) ma, dal momento che il volontario fa sempre parte di un ente per conto del quale agisce, ci sono, in questo caso, alcune considerazioni in più da fare.

 

 

Conoscere i rischi

 

Innanzitutto, è bene avere chiari i rischi che si corrono. Come valutarli? Attraverso una serie di domande che iniziano con "cosa succede se..?"  

Per esempio:
- Cosa succede se il volontario si fa male per un incidente?
- Cosa succede se il volontario causa un incidente?
- Cosa succede se il volontario ha bisogno di assistenza sanitaria mentre è sul posto?
- Cosa succede se il volontario contrae una malattia mentre si trova all'estero, e questa malattia si manifesta successivamente?
- Cosa succede se capita un incidente a un membro della comunità locale durante lo svolgimento delle attività?

Ci sono, quindi, due grandi temi da affrontare per tutelarsi dagli imprevisti di un'operazione di volontariato all'estero:
- il tema sanitario: come verranno affrontate eventuali emergenze o rimpatri?
- il tema della Responsabilità Civile, ovvero le azioni di cui la tua associazione e i tuoi volontari saranno responsabili.

La prima cosa da fare è verificare quali sono le coperture eventualmente già assicurate dalla tua attuale polizza. In particolare, dovrai accertarti di due importanti condizioni:

1: che le tue garanzie già operanti siano valide anche nel caso di imprevisto all'estero e, nello specifico, nel paese in questione;
2: che le tue garanzie già operanti valgano anche per eventuali volontari "temporanei" e, in caso contrario, come adeguarle.  

Una volta assodate queste informazioni, potrai integrare efficacemente le tue assicurazioni.

 

Tra emergenze sanitarie e Responsabilità Civile

 

Per la parte di Responsabilità Civile ci sono, di norma, meno difficoltà. Ricordati solo, prima di partire, di controllare sul tuo contratto di polizza che le garanzie siano operanti in tutto il mondo. Nel caso non lo siano, puoi chiedere direttamente al tuo assicuratore di integrare la tua polizza attuale con un'altra soluzione.

Il tema sanitario è invece da considerare in modo più approfondito.
La legge, innanzitutto, impone a chi si serve del lavoro volontario di assicurare i volontari per infortuni e malattia. Qual è la differenza? La differenza sta nel fatto che la polizza infortuni paga le spese mediche conseguenti a un infortunio (qualunque sia la ragione che lo ha causato) e corrisponde un capitale nel caso di eventuali invalidità permanenti. La polizza malattia, invece, paga le spese necessarie a sostenere le cure mediche per eventuali infermità contemplate nel contratto.

Nella stragrande maggioranza dei casi, le polizze per il volontariato prevedono indennizzi adeguati per il solo caso dell'infortunio; il caso della malattia è compreso, certo, ma si tratta di un'inclusione utile solo a rispettare i requisiti di legge, che offre tutele inadeguate a situazioni serie.

Questo perché le indennità per la malattia sono garanzie molto costose: tante organizzazioni preferiscono privilegiare, rispetto ad esse, le tutele per gli infortuni, che sicuramente sono più frequenti. Inoltre, in una polizza malattia di un'organizzazione di volontariato sono indennizzabili solo malattie connesse all'attività dell'associazione.

 

Ripensare la protezione sanitaria

 

Alla luce di queste considerazioni, per una missione all'estero ha senso ripensare la protezione sanitaria dei propri volontari e operatori soprattutto per tre motivi:

1: in molti paesi le cure sanitarie hanno costi molto più elevati rispetto ai nostri;
2: specialmente nei paesi con infrastrutture ospedaliere arretrate, in caso di un incidente serio che richieda un intervento medico urgente, è preferibile avere la possibilità di rivolgersi a cliniche private senza la preoccupazione del prezzo;
3: nelle località in cui ci si reca per prestare servizio, non sempre si riscontrano condizioni igienico-sanitarie ottimali; pertanto, c'è una maggiore possibilità di contrarre malattie rispetto allo svolgimento della stessa attività in patria.

Per questi motivi, prima di partire per una missione umanitaria – sia essa regolare o estemporanea – è sempre bene rivolgersi al proprio assicuratore per capire quali sono le reali tutele operanti e in che modo possono essere completate. Il tuo assicuratore potrà anche darti informazioni molto importanti sui contatti ai quali rivolgersi in caso di emergenze o di richieste urgenti di assistenza.

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