Lavori con i disabili? Ecco come spiegare ai loro genitori come funziona la tua assicurazione

Lavori con i disabili? Ecco come spiegare ai loro genitori come funziona la tua assicurazione

 

Tra i genitori di ragazzi e ragazze disabili la preoccupazione per gli infortuni dei figli è piuttosto diffusa. Un po’ perché chi è menomato fisicamente o mentalmente è più incline a farsi male involontariamente, e un po’ perché l’infortunio di un figlio disabile può trasformarsi, per la famiglia, in una spesa e in un carico di lavoro ancora più pesante del solito.

Per questo, se lavori in un’associazione o una cooperativa che ha a che fare a qualsiasi titolo con i disabili, è importante mettere in chiaro fin da subito con i loro genitori cosa puoi fare tu in proposito e cosa possono fare loro.

Lo diciamo perché, in base alla nostra esperienza, tra i genitori dei ragazzi disabili è diffusa un'idea errata: la convinzione che, qualunque incidente capiti ai ragazzi durante le attività dell’associazione/cooperativa, a pagare è l’assicurazione dell’associazione/cooperativa.

Se non chiarita, questa convinzione può dare luogo a spiacevoli disguidi. Abbiamo scritto questo post proprio per prevenire questi equivoci e per darti la possibilità di spiegare ai genitori dei tuoi utenti le differenti opzioni che hanno di fronte.

 

 

A cosa serve l’assicurazione della tua cooperativa/associazione

 

Innanzitutto è bene chiarire subito che, quando parliamo dell’assicurazione della tua associazione, parliamo della polizza per la Responsabilità Civile verso Terzi. Questo vuol dire che, se la tua cooperativa - o una persona che in quel momento la rappresenta - è riconosciuta come responsabile di un danno, l’assicurazione lo pagherà al posto tuo. In pratica, l’assicurazione di Responsabilità Civile serve a pagare i danni che avvengono per colpa della tua cooperativa.

Facciamo un esempio, tanto per essere concreti.

Poniamo il caso che, durante un’attività della tua associazione, un utente disabile, nel salire le scale, scivoli, cada per terra e si rompa un dente. Chi paga in questo caso? Dipende da chi è responsabile.

Se il ragazzo è scivolato perché un volontario ha lasciato le scale bagnate senza segnalarlo, la colpa è della tua associazione (che il volontario rappresentava in quel momento). Pagherà, quindi, l’assicurazione della tua associazione.

Se il ragazzo è scivolato perché si trovava da solo, mentre avrebbe dovuto essere accompagnato da un volontario, la colpa è della tua associazione. Pagherà, anche in questo caso, l’assicurazione della tua associazione.

Se il ragazzo è scivolato perché in quel momento si è distratto, la colpa NON è della tua associazione. L’assicurazione della tua associazione, quindi, NON pagherà.

In pratica, nei primi due casi la tua assicurazione RC paga l’infortunio non per proteggere la vittima dell’infortunio ma per proteggere la tua associazione dalla richiesta danni che la vittima di infortunio potrebbe legittimamente farti. È questa la ragione per cui le polizze RC (anche private) spesso vengono scambiate per polizze infortuni.

Nel terzo caso, invece, la tua assicurazione RC non paga perché la vittima dell’infortunio non ha il diritto di chiederti un risarcimento danni, non essendo tua (o della tua struttura) la responsabilità del danno.

Naturalmente, questi esempi sono piuttosto semplici e, nella realtà, le cose possono essere più sfumate: nel caso in cui, per esempio, un disabile sfugga deliberatamente al controllo del volontario che lo accompagna e, uscendo in strada, si faccia male, la colpa è del ragazzo che si è allontanato o del volontario che non lo ha trattenuto?

In casi del genere, la Compagnia di assicurazioni potrebbe negare il risarcimento. Se la famiglia del ragazzo dovesse insistere nella richiesta danni, a decidere le effettive responsabilità sarebbe un giudice.

 

A cosa serve l’assicurazione contro gli infortuni

 

Un’assicurazione contro gli infortuni, invece, paga sempre l’infortunio: che la responsabilità sia del ragazzo o dell’associazione, in caso di danno fisico le spese mediche conseguenti sarebbero comunque rimborsate.

Questo perché la polizza infortuni non tutela la tua associazione o cooperativa, ma ciascun soggetto assicurato: anche per questa ragione una polizza infortuni è una polizza nominale, stipulata, cioè, per una persona specifica.

In teoria, quindi, l’assicurazione contro gli infortuni andrebbe stipulata dalle singole famiglie a favore del singolo figlio disabile. In pratica, però, non esistono assicurazioni private contro gli infortuni che siano in grado di assicurare soggetti che partono già da un’invalidità permanente del 100%, come abbiamo spiegato in questo articolo.

Per i genitori di un disabile, quindi, non c’è modo di tutelare il figlio contro gli infortuni nella tua struttura? Assolutamente no: la tua struttura può stipulare una polizza infortuni per conto loro.

 

Come proteggere i tuoi utenti dagli infortuni

 

Come abbiamo detto, un disabile non può essere assicurato con una normale polizza infortuni, perché assicurare l’invalidità permanente di chi è già invalido al 100% (o 70, 80 o 90%) è come non assicurarlo.

Proprio per dare seguito a questa esigenza delle famiglie con disabilità abbiamo creato una soluzione che aggira questo problema.

In pratica, si tratta di una polizza infortuni che non tiene conto di invalidità pregresse: non assicura, cioè, una somma per invalidità permanente, ma assicura una tabella lesioni. Nella tabella lesioni sono quantificate subito le liquidazioni in caso di lesione: in altre parole, è assegnato un valore a ogni parte del corpo e, in caso di infortunio che coinvolge quella particolare parte del corpo, viene liquidata la cifra assicurata senza bisogno di visita legale. Con questa soluzione, i genitori degli utenti della tua struttura possono proteggersi anche dagli infortuni che per una normale RC non sarebbero rimborsabili

Perché devi essere tu a presentare questa soluzione ai genitori degli utenti della tua struttura? Perché è possibile sottoscrivere questa polizza solo se sei un’associazione, una cooperativa o, in generale, un ente non profit: si tratta di un prodotto creato e sviluppato proprio per il Terzo Settore e, in particolare, per quegli enti che, come il tuo, si occupano di persone disabili.

Significa che devi pagare tu questa polizza per tutti i tuoi utenti? Assolutamente no: la polizza è nominativa e, di conseguenza, può essere stipulata solo per quelle famiglie che desiderino usufruire di questa importante copertura.

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